LA MODA SI FA ARTE CON L’ ANIMA GENTILE di ELEONORA RICCIO

Eleonora è una donna con animo gentile, raffinato, possiamo percepire la sua eleganza attraverso i suoi capi. “Un’essere sensibile” che ha saputo ascoltarsi e seguire la sua passione e il suo istinto. Studiando e viaggiando è riuscita a realizzare il suo progetto che unisce moda, tradizione del territorio e natura, il tutto inconfondibilmente made in Italy.

Ho scoperto il lavoro di Eleonora casualmente e, oltre a notare degli abiti da sogno, mi colpì molto il suo progetto – sono sensibile all’arte e ai progetti che parlano di sostenibilità e prodotti fatti a mano – dietro al quale c’è grande ricerca, che potrei definire sia estetica che spirituale, oltre alla riscoperta di antiche tecniche di lavorazione, (sperimenta i pigmenti e le forme vegetali per le sue creazioni).

Il suo lavoro ti cattura per la sua eleganza e leggerezza, i capi sono arte pura ma anche ricerca del colore e tecnica. Dal suo racconto si percepisce l’amore e la passione per ciò che fa, ma sempre con i piedi per terra e la voglia di inseguire nuovi obbiettivi. Artigiana, sì, ma anche e soprattutto artista a 360 gradi, nella sua concezione più ampia, quella spirituale. Questa è la sua ricca, profonda e coinvolgente intervista che ha rilasciato per Donartforall: prendetevi qualche minuto per immergervi nel mondo di Eleonora.

Ciao Eleonora, raccontaci un po’ di te. Chi sei e cosa fai.

Sono una stilista appassionata di botanica, laureata col massimo dei voti presso l’Accademia di Costume e di Moda di Roma, con una tesi dal titolo: “Il colore esperienza di viaggio” analisi della storia dei pigmenti nella storia dell’arte e nella moda dai primordi fino ad arrivare ad oggi. Il colore da sempre è stato nei miei lavori e nei progetti fonte di studio e ricerca costante, tanto che dopo diverse esperienze anche per importanti brand quali; Gianfranco Ferrè e Salvatore Ferragamo, e ispirata dal parco delle Kew Gardens a Londra (città in cui ho vissuto per quasi due anni), ho deciso di aprire il mio marchio in cui convergono valori come l’etica e l’ecologia, con un’attenzione particolare rivolta alle tinture naturali.

Le mie collezioni sono infatti realizzate con tessuti certificati GOTS (certificazione del tessile biologico), i pigmenti sono estratti da fiori e piante, le stampe sono realizzate a mano con un’antica tecnica che permette alle foglie di rilasciare il loro naturale pigmento sul tessuto, e il tutto è cucito rigorosamente in Italia da maestranze artigiane.

L’idea di questo progetto nasce dall’esigenza di rivestire il corpo umano con capi di abbigliamento estremamente raffinati, che racchiudono in se poesia. Dopo lo Spirituale nell’Arte di V. Kandinsky c’era bisogno secondo me di uno spirituale della moda.

Nella mia presentazione dico:

“La moda è un’arte applicata al corpo, sapiente geometria che racconta silenziosamente tanto di noi, di come la pensiamo, di chi siamo e cosa vogliamo comunicare. Ecco…questa moda è fatta per donne che amano il bello e che si sentono preziose creature dell’universo, spazio che ci invita ad aver cura di madre natura e del bello che possediamo!”.

Il saper coniugare la moda con il territorio (mi avvalgo per la realizzazione dei miei pigmenti dell’aiuto di aziende agricole), mi ha permesso di sviluppare una collaborazione con la CIA Confederazione Italiana Agricoltori che ha deciso il 24 settembre scorso di presentare presso la sede in via Mariano Fortuny, il progetto Agritessuti di cui sono diventata una sorta di testimonial.

Ad oggi dopo la sfilata di settembre presentata presso la CIA, sono seguiti diversi eventi che mi hanno dato  visibilità, alcune interviste in Rai, a Gennaio prima del lockdown ho partecipato a Showcase presso Alta Roma, ed è seguito un piccolo documentario sul mio lavoro e vita che sarà mandato in onda il 21 settembre su TV 2000 dal titolo “Donne che sfidano il Mondo”.

Inoltre prosegue presso La Riserva Dei Laghi a Rieti il mio progetto sul guado per lo sviluppo di una nuova collezione, con l’intento di parlare di territorio, natura, storia, arte, moda e Made in Italy, inoltre il 14 Settembre sfilerò con alcuni abiti per un evento Green dal titolo Sustainable Innovation Fashion Week.

Quando e come è nata la tua passione per il tuo mestiere?

Credo che la mia passione per la moda si sia sviluppata già nel grembo di mia madre. Mia mamma, donna di una bellezza incredibile era davvero un essere speciale, dotato di grazia e purezza. Da subito, fin dai primissimi anni di vita, mi ha trasmesso tutto il suo amore per ciò che l’appassionava; la musica, la lirica, l’arte, la moda e la bellezza.

Da giovane ebbe la fortuna di lavorare come sarta per Roberto Capucci ed Emilio Schuberth e una volta a casa pur avendo deciso di dedicarsi alla famiglia e a noi figlie, la macchina da cucire era il suono che accompagnava le nostre giornate. In casa volavano continuamente scampoli di tessuto e questi divenivano abiti per noi, per le mie cugine e per alcune sue conoscenze come una signora molto distinta di origini giapponesi che amavo spiare durante le prove. Di questa signora conservo ancora delle stampe antiche tradizionali che regalò a mia madre al suo rientro in Giappone.

Con mia madre ero solita vedere mostre di moda; l’esposizione di abiti a Roma di Roberto Capucci nel 1992 se non erro, l’esposizione a Palazzo Bardini a Firenze, mostre di costume e corsetti, quella di Erté che ci  fece letteralmente impazzire ecc.

Ad ogni modo il mio percorso lavorativo lo devo anche mio padre, grazie a lui ho capito cosa si intenda per “stile” e finito il liceo indecisa sul da farsi, mi consigliò di iscrivermi allAccademia di Costume e Moda di Roma. Mio padre è un uomo affascinante, stimolante pieno di idee e dotato di spirito young, da giovane lavorò come vetrinista per la Standa e nel tempo non ha mai abbandonato la sua passione per la moda.

Ringrazio in ultimo mia sorella Romina, lei che oggi è una maestra di Asilo Nido mi teneva occupata facendomi disegnare: “Ele prendi quegli scampoli di tessuto, visto che sei brava perché non disegni qualche abito per le barbie e lo fai cucire da mamma? ”.

Sono stata decisamente una bambina fortunata, ringrazierò sempre la mia famiglia (Romina e papà sono la mia squadra – mia madre purtroppo non c’è più), per tutto ciò che mi hanno dato, per l’aiuto e lo sprono. Spesso i bambini che amano l’arte vengono visti come bambini che adorano l’astratto, un qualcosa che è effimero e non porterà mai ad un lavoro vero e al guadagno, ma al contrario la mia famiglia, mi ha sempre spronato a seguire le mie passioni senza paura.

Oggi abbiamo bisogno dell’astratto e di persone che credano in questo, la poesia è astratta, l’arte lo è, credo che i bambini debbano avvicinarsi il più possibile alle arti; sono l’espressione massima dell’uomo. Divenire sensibili al mondo dell’arte, della musica del bello, rende persone migliori!

Chi o cosa ti ha ispirato ad intraprendere questo percorso ?

Sei anni fa circa, ho concluso un rapporto di lavoro con un’azienda per cui disegnavo come stilista e che non aveva nulla di sano, gli orari delle volte erano massacranti, la produzione gestita in maniera nebulosa con la realizzazione di capi in alcune aree che sembravano l’immagine dell’Italia del dopoguerra. Il tutto tendeva solo ed esclusivamente al profitto senza badare al rapporto di squadra, alle relazioni umane, all’etica.

Schifata dal sistema ho colto la palla al balzo, era giugno e mio cugino si stava trasferendo a Londra, città in cui aveva vissuto due anni prima. Detto fatto ho fatto le valigie, ho chiuso casa e senza starci troppo a pensare sono partita con lui.

Sono rimasta quasi due anni a Londra ed ho vissuto il viaggio introspettivo più bello mai vissuto. Se lo potessi descrivere metaforicamente direi che è stato il viaggio di “Alice nel Paese delle Meraviglie”. Molti penseranno, chissà che tipo di esperienze avrà fatto. Invece per due anni ho solo ed esclusivamente lavorato tanto, sono uscita poco e la mia Londra non è stata per nulla ricca di movida e serate hangover, ma ricca di fatica. Fatica per apprendere la lingua, fatica nel lavorare per 3 mesi in un caffè stracolmo di gente (3 mesi in cui ho visto solo ed esclusivamente la strada da casa a lavoro), fatica nel cambiare 5 case da Ilford a King’s Cross, a Notting Hill a Victoria, fino a Whitechapel, alla fatica di lavorare in due Flagship Store al centro no-stop e contemporaneamente disegnare come freelance per un brand di scarpe, ma tutta questa fatica è stata la mia gioia. Ero io da sola a scalare la vetta, a propormi in nuovi ambienti lavorativi, a trovare l’alloggio a vincere ogni timidezza e insicurezza e mentre mi stupivo di me stessa vagavo per la città e scoprivo angoli magici come Richmond e il parco delle Kew Gardens, il Liberty di Londra, ed è così che è riaffiorato forte il mio amore per la botanica.

D’improvviso, proprio quando il mio Manager in store mi aveva consigliato di fare l’Application form per diventare Personal shopper, sono rientrata a Roma, di Londra avevo assorbito ciò che mi serviva, era tempo di rientrare.

Una volta a Roma un mio amico mi consigliò di acquistare il libro “Leader di te stessa”, ero confusa, volevo creare qualcosa di mio e mi riecheggiavano in testa le parole che spesso James il compagno della mia Land lady a Londra (la mia affittuaria), mi ripeteva: “Eleonora What is your vision ?”. Nel rispondere alle domande del libro “Leader di te stessa” ho scritto il mio progetto e business plan, ho individuato cosa sentivo dentro, cosa volevo fare, la mia vision, a cosa mi erano servite tutte le mie esperienze di vita, ciò che sono e chi sarei voluta diventare.

Da dove hai appreso le tecniche di lavorazione ?

Da sempre sono appassionata di tinture naturali, documentandomi poi sull’ imprinting ho saputo che vi erano dei corsi e così mi sono rivolta alle tante insegnanti sparse sul territorio italiano. I corsi partono da un apprendimento basico, fino ad arrivare a delle vere e proprie lezioni di alchimia che possono costare anche molti soldi. Molte delle apprendiste infatti, sono disposte a viaggiare all’estero per incontrare quelle che sono tra le più brave insegnanti in questo campo.

Parlaci un po’ dei tuoi lavori. Come nasce una tua collezione ?

Credo di essere un essere sensibile e di avere una mente ricettiva al colore e agli stimoli, sono molto curiosa, leggo molto e amo fare ricerca. Alcune storie o mostre divengono fonte di studio e ispirazione per le mie collezioni, la mia testa funziona come una specie di computer che apre costantemente tante cartelle e le mette in relazione tra di loro.

Per la sfilata del 24 settembre scorso, ad esempio, presso la CIA, pensando a Londra il click successivo e stato il “Liberty”, nello store vengono venduti tessuti di ispirazione William Morris. Chi era William Morris ? ed ecco che la collezione ha rievocato delle donne Preraffaellite.

Le tue celebrazioni celebrano l’unicità, che significato ha per te l’originalità ?

Pensando alla risposta, mi viene in mente l’ultima opera di Paul Gauguin: Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?

Quando una cosa è unica e originale? Quando è dettata dalla personalissima visione delle cose e dal proprio animo. Cosa sei tu ? Da dove vieni ? Dove vai ? Ecco siamo essere unici, ognuno dotato delle proprie qualità, talento e visione delle cose e del mondo, solo il profondo ascoltarsi e conoscersi può generare qualcosa di diverso e di unico.

Come promuovi e distribuisci le tue collezioni ?

Alcuni dei Foulard e sciarpe che realizzo attraverso il bookshop di Aboca azienda leader nei prodotti officinali, poi attraverso eventi privati e il passa parola. Inoltre a breve sarò on-line con il mio sito e sto pensando di aprire un e-commerce.

Da dove trai ispirazione per nuovi progetti ?

Tenendo connessi il cuore, gli occhi e le mani, traggo sempre ispirazione dall’arte e dalla natura.

A tuo avviso, in Italia si sta facendo abbastanza per preservare e tramandare le tradizioni artigianali ?

Ammiro molto l’imprenditore Brunello Cucinelli che ha deciso di aprire a Solomeo una scuola di Arti & Mestieri con l’intento di recuperare le nostre tradizioni artigianali.

Dovrebbero esserci più luminari come lui, sono l’esempio del giusto fare per lasciare qualcosa di buono anche in futuro. Invito alla lettura della rubrica di Moda & Costume che ho scritto fino a qualche tempo fa per il blog “Virgolette Blog” il mio sforzo è sempre stato quello di focalizzare l’attenzione su quanto di prezioso abbiamo in Italia e quanto dobbiamo preservare.

Negli ultimi anni si registra un ritrovato interesse nei giovani verso l’artigianato. Secondo te perchè ?

Se una gran parte della società sta andando letteralmente alla deriva attraverso le manipolazioni dei Social network e Mass media, (sistemi che ci vogliono omologare e lobotomizzare), una buona parte fortunatamente preserva la capacità di saper decidere e scegliere con consapevolezza. Alcuni consumatori si stanno rendendo conto che moltissimi brand hanno produzioni di massa mal gestite all’estero (Cina, Bangladesh, Romania). Questo fa sì che una buona nicchia di mercato di fascia medio-alta, stia divenendo più attenta, è sì interessata a spendere a patto di avere un prodotto di qualità, ricercato nel suo genere e unico.

L’ artigianato consente di acquistare articoli unici, preziosi a prescindere dal materiale. Pregiati perché lavorati da mani esperte, con impegno e sudore, prodotti concreti che testimoniano una filosofia di pensiero, una scelta consapevole, un atteggiamento di consumo attento.

All’aumento della domanda fortunatamente stanno rispondendo tanti giovani desiderosi di avviare le loro produzioni originali, diverse e uniche per fattura in quanto escono dalle logiche di lavorazione sistematica ed industrializzata.

Vista l’esperienza maturata nella tua attività, che consiglio daresti a chi dovesse iniziare ora?

Se ciò che senti dentro grida forte e ti fa male nel trattenerlo e ci rimugini sopra, e passano gli anni e vorresti farlo, se quella voce persiste e non ti fa dormire e ti domandi cosa vuoi fare della tua vita e non hai il coraggio di farlo, fallo! Sarà il tuo tormento, sarà il tuo delirio, sarà la tua spina nel fianco, per cui fallo!

Dico a tutti quelli che vogliono iniziare un’attività, che quell’attività è un’idea che prende vita nel mondo reale, certo non sarà semplice, ma se credi in te stesso ed hai volontà e forza di sacrificio, nulla sarà più gratificante al mondo del tuo lavoro.

Viviamo in un mondo in cui le idee circolano, mettiamo in scena ogni giorno degli atti creativi, pensieri che divengono materia. Un creativo da luce al suo mondo interiore, un architetto crea un palazzo che inizialmente era solo un progetto su carta, un designer una sedia di successo che prima era magari il frutto veloce di qualche schizzo, uno chef immagina l’accostamento di sapori e materia ed è magia. Allora immagina, visualizza e dai forma al tuo futuro.

Sei soddisfatta di ciò che hai realizzato finora?

Sono una creativa, trovo più gratificazione nel creare che nel vendere, delle volte quando incontro dei clienti sono talmente entusiasta che finirei per regalare i miei pezzi, così vengo rimproverata costantemente.

L’essere entrata in contatto con la CIA, mi ha permesso di avere una visibilità incredibile e di colpo mi sono ritrovata ad avere i riflettori puntati addosso, ma fortunatamente la mia gavetta mi ha permesso di costruire basi solide, ottenere negli anni diversi gratificazioni e mantenere i piedi a terra.

Scrivendo il mio business plan mi sono resa conto mancava sul territorio un marchio Made in Italy in grado di coniugare moda, artigianato e territorio “ Perché una fashion victim non può vestire Bio con abiti belli, ricercati e appetibili sul mercato quanto quelli di brand altisonanti e ancor di più realizzati con tinture naturali?”, ecco con l’adrenalina in corpo mi sono messa a lavorare, non potevo spiegarlo a parole, dovevo farlo e mostrarlo. Il risultato ha appassionato me e tutte le persone incontrate lungo il cammino e mi auguro che questa energia non cessi mai. Le soddisfazioni continuano ad essere tante.

Ci sono stati momenti difficili durante il tuo percorso ?

Oltre gli up e down e insicurezze personali tipici in un creativo, il lockdown,  periodo difficilissimo per noi tutti, che ci ha segnato profondamente, ma ci ha dato modo di lavorare in maniera introspettiva e di capire ancor meglio quali sono le necessità primarie che per me vertono sugli affetti, il contatto con la natura e il creare. Altro momento difficile; l’incontro con una persona che oggi definisco come un vampiro emotivo, un amore violento e svalutante che mi ha davvero destabilizzata. Valvola di recupero è stato proprio il mio lavoro, esso è la mia ancora di salvezza.

Cosa faresti in maniera differente ?

Per quanto riguarda il percorso lavorativo, rifarei esattamente ciò che ho fatto perché le scelte mi hanno portato fino a qui. Riguardo il mio assetto aziendale sono in continua evoluzione per migliorarmi e fare di più.

Hai un sogno nel cassetto o un progetto che vorresti realizzare ?

Desidero diventare un’imprenditrice agricola, coltivare le mie piante tintorie e avere un laboratorio per creare pigmenti ricavati dalla natura, con annesso Atelier e aprire una serie di negozi non solo in Italia.

Riusciresti a descrivere in una frase l’essenza del lavoro che fai ogni giorno ?

Un giorno dopo una mostra fatta in Toscana a Cetona mi è stato detto “il tuo lavoro Eleonora mi ricorda il monologo di Baricco sul Tiro con l’arco”…quando le parole non bastano ecco…poesia!

Se dovessi con poche parole descrivere l’essenza del mio lavoro direi che è quella di tendere al sublime attraverso un atto sinestetico. Siamo esseri connessi al creato, piccoli tasselli di un puzzle invisibile legati gli uni agli altri, le nostre azioni si ripercuotono sull’altro, quanto quelle dell’altro influenzano la nostra vita e viviamo su questa terra governata da leggi più potenti dell’uomo, luogo in cui la natura è la sola ed unica protagonista. Tutto ciò che faccio è per renderle merito.

Eleonora Riccio

Ringrazio Eleonora per la sua preziosa testimonianza, che mi ha permesso di scoprire qualcosa di più sul suo mondo e sulla sua vita. Non resta che salutarci e come al solito vi lascio la piccola gallery con alcuni dei suoi lavori da cui lasciarsi ispirare.

Lasciatevi ispirare dalla galleria fotografica


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